E vai con le colate di cemento, alle quali sarò sempre contrario perché credo che bisogna smetterla di consumare territorio.
E' questo che emerge dalla lettura dell'articolo apparso su “Il Gazzettino“ dello scorso 20 Aprile 2011 dato che, secondo una sentenza del Tar che ordinava al Comune di Maniago e alla Regione di concedere all’Orma srl l’autorizzazione ad aprire un supermercato di media dimensione, non vanno più applicate le norme che prevedono il contingentamento delle attività commerciali previsto dalla legge regionale sul settore, perché sono in conflitto con due provvedimenti legislativi dello Stato. Questo vale per le medie, grandi e grandissime strutture. Dopo 40 anni cadono i vincoli, ogni Comune, una volta garantita la pianificazione urbanistica, può decidere autonomamente con effetti dirompenti. E non solo a livello di amministrazioni comunali, ma anche per quanto riguarda i prezzi di terreni e strutture. D’ora in avanti la Regione riconosce il «divieto di contingentamento», non si possono più limitare le aperture di nuove attività commerciali stabilendo un numero preciso di autorizzazioni rilasciabili. E anche se la sentenza del Tar si riferisce solo alle medie strutture, Unterweger rileva che non si possono escludere gli esercizi di grande distribuzione, per i quali la normativa regionale è quindi «disapplicabile d’ufficio».
Si va incontro a un futuro fatto di centri commerciali che nascono nei posti più impensati?
Dipende dalle amministrazioni comunali. La possibilità di porre limiti ai nuovi insediamenti c’è, purchè sia «giustificata da ragioni estranee alla limitazione della concorrenza». Si possono negare autorizzazioni per ragioni geografiche, storico-culturali, urbanistiche, architettoniche e per motivi di salvaguardia del tessuto commerciale esistente, cioè quando l’apertura di nuovi punti vendita andrebbe a danneggiare negozi tradizionali e di piccola dimensione che si vuole tutelare. Restano intatti gli obblighi relativi alla viabilità.