Sabato pomeriggio, 8 settembre 2007, a Pordenone io c'ero. In piazzetta Cavour erano posizionati i punti di raccolta firme dei meetup di Grillo e dell'Italia dei Valori. Per ore ci sono state tre file costanti di persone di tutte le età e di varia estrazione culturale, che, in modo civile e garbato, hanno fatto la fila anche per 30-40 minuti con l'unico intento di mettere la propria firma sulla petizione di legge popolare (lo dico perché molti hanno scritto che chi andava a firmare non sapeva nemmeno cosa stesse firmando!). Perché apporre la propria firma? Solo per fare "antipolitica"? Ma cosa vuol dire, poi?
Antipolitica, per me e credo per molti altri, non significa non volere la politica, ma volere "un'altra politica" o, come dice Grillo, "gli italiani che protestano non sono l’antipolitica, ma LA POLITICA, vogliono fare politica. Sono semmai antipolitici, contrari a questi politici."
Con buona pace di Vittorio Zucconi, direttore di Repubblica.it - il quale scrive (parlando a noi che abbiamo partecipato al V-Day), che l'antipolitica non esiste ed è soltanto un vecchissimo, collaudatissimo espediente retorico e teatrale per fare, appunto, politica. Tutto ciò che avviene ed interviene per muovere la polis, è, per ovvia e tautologica definizione, politico".
Insomma, non ci fossero Zucconi e il barbacandida di Scalfari (come l'ha definito Enrico in un bel post nel suo blog che vi invito a leggere e che è stato aggiornato con le ultime dichiarazioni di D'Alema), a tentare di svegliare le oltre 300.000 persone dal "torpore da pifferaio magico" in cui sono cadute, la democrazia sarebbe a rischio.
Concludo con un grazie alle persone che hanno organizzato i tavoli di Pordenone. Orgoglioso di aver PARTECIPATO.