Il mio omaggio a Vittorio Foa lo scrissi in questo post lo scorso 14 gennaio, quando ricordavo l'apparizione dello stesso Foa in una trasmissione televisiva del 1994, "Eppur si muove", curata da Indro Montanelli e Beniamino Placido.
Oggi, alla sua morte e soprattutto leggendo i “coccodrilli“ dei vari politici di centro sinistra mi chiedo: ma dov'erano costoro quando Vittorio Foa diceva cose come questa? O forse è proprio perché Foa diceva cose come questa che è rimasto inascoltato. Perché era la voce inquieta della sinistra.
Beniamino Placido chiede a Foa: “Perché la sinistra non è mai andata al governo in Italia?“
Vittorio Foa: “Bisogna vedere se non vi è proprio una qualche "malattia" nella sinistra. Io penso che questa malattia sia non avere una profonda fiducia nel prossimo. Se io chiedo la fiducia della gente, devo avere fiducia nella gente, non devo pensare di essere superiore ad essa, non devo pensare di essere solo quello che deve insegnare, io devo anche imparare. Se io sono un uomo politico, una donna politica, un animale politico, io non sono chiamato ad essere un animale politico per insegnare soltanto, ma anche per imparare. Questo limite noi, probabilmente, l'abbiamo avuto e questo limite dobbiamo cambiarlo. Imparare ad ASCOLTARE, dobbiamo imparare ad ASCOLTARE. L'ascolto a mio giudizio è una categoria umana che va esaltata. La capacità di ascoltare“.
Beniamino Placido: “Cos'è la sinistra per lei?“
Vittorio Foa: “Oggi per me la sinistra, sul piano interno, è riformare questo Stato nel senso che lo Stato serva. L'autorità pubblica, la politica, le strutture, invece di servirsi della gente la servano, e per riformarlo ci vuole razionalità, ma bisogna anche chiedere agli stessi interessati di partecipare a questa riforma. Razionalità, dunque, ma anche partecipazione“.
Per chi volesse rivedere Vittoria Foa, ripropongo qui la prima delle due puntate dedicate al tema “Destra o Sinistra?“ e qui la seconda parte.