Dopo qualche mese di interruzione, riprendo l'attività del blog anche perché di temi ce ne sono molti e la nostra politica locale ce ne offre sempre specialmente in questo periodo pre-elettorale del quale dirò meglio prossimamente.
Il primo post del 2010 lo dedico alla lettera di Rossana Casadio che pubblico integralmente con l'intenzione, poi, di aprire un vero e proprio dibattito sul tema ambientale e, in particolare, su quello della certificazione energetica in Friuli Venezia Giulia, al quale dedicherò una pagina apposita in questo blog.
LA LETTERA
Nel dicembre del 2006 la Regione presenta a San Vito la conferenza “Nuovo abitare. Sostenibilità e risparmio energetico. Il FVG per la sostenibilità”.
Uno degli enunciati afferma che “Un’efficace strategia di sviluppo sostenibile richiede il superamento dell’approccio di ‘comando e controllo’ sostituendolo con la promozione di comportamenti volontari da parte di tutti gli attori sociali verso la protezione dell’ambiente”. Sono dunque, in questo momento, una cittadina che si avvale di questo principio.
Poi la relazione, passando per Agenda 21, la Carta di Aalborg ecc., approda alla presentazione del Protocollo ITACA per la valutazione della qualità energetica e ambientale degli edifici, suddiviso in una settantina di schede, 28 nella versione semplificata, la cui elaborazione era iniziata nel 2002.
Quattro anni dopo detta conferenza, nel febbraio del 2010, mi ritrovo a San Vito a seguire la presentazione della Valutazione Energetica e Ambientale e, come cittadina ancora liberamente pensante, i dubbi e gli interrogativi che immediatamente mi assalgono sono tanti, soprattutto perché in questo arco di tempo ho conosciuto CasaClima e l’Agenzia per l’Energia di Udine. Quanto tempo e denaro è stato speso per elaborare un protocollo come ITACA che non un solo ufficio tecnico ha mai applicato?
Perché dunque la nostra Amministrazione regionale, invece di prendere atto del fallimento e voltare pagina, sta riproponendo lo stesso percorso anche se semplificato? Quanta CO2 abbiamo emesso in atmosfera, quanta muffa ha continuato a proliferare all’interno di case anche nuove, quante bollette salate, quanta energia sprecata e qualità di vita persa in questi 4 anni?
Chi ha partecipato ad anni di discussioni per una certificazione fallita è stato re-incaricato di elaborare ora la VEA.
Un primo fallimento è già rappresentato dallo slittamento della certificazione dal 1° gennaio al 1° giugno 2010 per la mancanza di certificatori.
Perché si vuole a tutti i costi creare una certificazione nuova quando abbiamo a disposizione il successo sul campo di CasaClima?
Perchè il nostro territorio ha tre fasce climatiche? Beh, cosa cambia, vuol dire che ad una casa certificata CasaClima non occorre riscaldamento a Tarvisio e non occorre condizionamento a Lignano.
Perché la VEA è anche “ambientale”? Beh, se avessimo imposto da due anni CasaClima, minimo classe C, ne avremmo risparmiate di emissioni di CO2, e ne avremmo guadagnato in qualità abitativa!
Perché creare ad hoc una nuova agenzia, diretta emanazione della Regione, se abbiamo già un Agenzia veramente “terza”, veramente “autonoma” come l’APE, finanziata dalla Commissione Europea?
Chi ha certificato le prime case di avveduti cittadini del FVG?
Chi sono i certificatori già formati? Guarda caso quelli che hanno frequentato i corsi Casaclima organizzati dall’APE, che si occupa anche egregiamente della sensibilizzazione della cittadinanza. E l’APE, guarda caso, dopo approfondito esame di varie certificazioni, chi ha scelto? CasaClima. E molti Enti Locali hanno espresso la stessa opinione.
Mi pare proprio che questa forzatura ancora una volta non sia un “superamento” bensì un “consolidamento” dell’approccio di “comando e controllo” dell’Amministrazione regionale. Il perché segue altrettante vecchie logiche e dimostra che non c’è alcuna fretta perché non c’è vero interesse per l’ambiente e il benessere dei cittadini grandi e piccoli.
Rossana Casadio
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