“Ho verificato che circa la metà della carta che getto via settimanalmente (e che va ad ingombrare ulteriormente il già difficile e costoso processo urbano del “riciclo" ) non è carta che mi serve o che utilizzo realmente! Assurdo vero? Mi voglio spiegare meglio: il 50% della carta per la quale io pago lo smaltimento (attraverso la tassa sui rifiuti, Tia/Tarsu) è costituita da pubblicità commerciale e attività lucrosa i cui proventi vanno esclusivamente al centro commerciale e non a me. Una parte della mia tassa dei rifiuti dunque dovrebbe pagarla lui!“
Inizia così una lettera inviata al blog di Beppe Grillo che mi pare assolutamente interessante rilanciare assieme alla sentenza del Giudice di pace di Bari su ”Pubblicità indesiderata e danno esistenziale”.
Oltre alla pubblicità varia aggiungo anche tutta quella massa non richiesta di depliant e volantini che i partiti si premurano di farci pervenire durante le varie campagne elettorali che hanno il solo effetto di ingombrare la nostra cassetta della posta.
Cosa fare? Come scrive il lettore “è sufficiente mettere un adesivo/messaggio sulla buca delle lettere che esprima la nostra volontà di non ricevere pubblicità generica non richiesta dallo stesso proprietario dell'abitazione“. Facciamolo!