Complici le "riflessioni meranesi" pubblico con qualche giorno di ritardo un altro post di Daniele De Piero sul significato del 1° maggio e su cosa dovrebbe impegnarsi maggiormente la sinistra.
La festa del Primo Maggio assume oggi un significato particolare e profondo di fronte ai continui mutamenti in corso nel mercato del lavoro e nei rapporti di produzione.
Il problema storico del conflitto fra capitale e lavoro, che tradizionalmente viene indicato come “questione sociale”, non può essere superato da un atteggiamento di estremo moderatismo o di rimozione intellettuale di cui si fa portavoce una parte del Centrosinistra, ma deve invece essere osservato da una prospettiva post-ideologica che ne consenta un’analisi moderna e specifica evitando al tempo stesso una radicalizzazione del confronto che imprigionerebbe la dialettica in sterili paradigmi ideologici.
In un mondo del lavoro sempre più deregolamentato in cui la flessibilità è presto diventata sinonimo di precarietà, governato da una concezione produttivistica che si limita alla sola idea di profitto e di interesse immediato senza un’idea di futuro, si rende estremamente necessaria una riflessione che riporti in primo piano il senso del lavoro umano.
Il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro, per cui non si giustifica che la persona sia trattata al pari di tutto il complesso dei mezzi di produzione.
Una Sinistra riformista ha il compito di far valere il principio della priorità del lavoro nei confronti del capitale e porre in primo piano l’esigenza di coniugare la tutela dei diritti umani e civili con il valore dell’uguaglianza.
Ridurre le disuguaglianze significa dare pienezza alla vita umana.
E’ da qui che deve ripartire la Sinistra riformista in Italia, per poter guardare avanti, per ritrovare l’identità e la credibilità di proposta politica che riavvicinerebbe in modo sostanziale quelle lavoratrici e quei lavoratori che troppo spesso si sentono disorientati e delusi.
Saluti diessini. Daniele De Piero
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